Concours Mondial de Bruxelles
Sono aperte le iscrizione alla 25ª edizione del Concours Mondial de Bruxelles, concorso itinerante che per la prima nella sua storia più che ventennale si svolgerà fuori dall’Europa. Infatti spinti dal dinamismo del mercato cinese, gli organizzatori del Concours Mondial de Bruxelles hanno deciso per l’edizione 2018 di fare tappa a Pechino nel distretto di Haidian.
Il distretto di Haidian a Pechino
Haidian è situata al nord-ovest di Pechino, in una zona di transizione tra la pianura e la montagna. Haidian è uno dei 16 distretti e contee della capitale. È il primo polo delle industrie high-tech del paese, con un centro di università e di istituti di ricerca mondialmente riconosciuti e un sito turistico reputato sul piano nazionale.
La storia di Haidian è molto antica, il distretto è ricco di paesaggi mozzafiato e possiede un patrimonio culturale prezioso. Ospita la maggior parte delle vestigia culturali di Pechino tra i quali i giardini storici e i templi. La periferia a ovest di Pechino è un vero paradiso naturale, con le sue coste verdeggianti e i suoi laghi dalle acque cristalline che lo rendono un luogo di villeggiatura di prima scelta per le famiglie reali.
La storia vinicola in Cina
La storia viticola della Cina è antica e può, a giusto titolo, rivaleggiare con quella di molti paesi produttori di grande influenza internazionale. Il vino d’uva più antico recensito in Cina risale all’era neolitica e fu scoperto sul sito di Jiahu nella provincia di Henan. L’addomesticamento della vitis vinifera in Cina è iniziato attorno al 1046-256 a.C.
Proveniente dall’Asia centrale, essa è stata introdotta durante la dinastia Han nella provincia di Shaanxi, vicino all’attuale città di Xi’an.
Nonostante l’antichità della coltura, i Cinesi non hanno mai sviluppato un gusto pronunciato per il vino d’uva. Così, la prima cantina moderna è sorta solo nel 1892: si tratta di Changyu, nella provincia di Shandong.
Solo recentemente la Cina ha recuperato il tempo perso e si posiziona, oggi, al secondo posto mondiale per superficie vitata con 847.000 ha di vigne[1] (la Spagna si trova al primo posto e la Francia al terzo). Secondo l’Organizzazione internazionale della Vigna e del Vino (OIV), la superficie vitata cinese è in continua espansione (+17.000 ha tra il 2015 e il 2016). La Cina costituisce, quindi, il motore principale di crescita viticola mondiale[2]. Essa è, infatti, il 5° paese consumatore di vino al mondo (dopo gli USA, la Francia, l’Italia e la Germania), il 5° paese importatore in termini di volume e il 4° per valore (riducendo, così, lo scarto con la Germania). La domanda cinese rappresenta “il principale fattore contributivo alla crescita degli scambi commerciali”.
Attualmente, il cabernet-sauvignon si posiziona come la varietà di uva più apprezzata per quanto riguarda il rosso, mentre lo chardonnay costituisce il vitigno bianco più diffuso.
Oltre l’80% della produzione riguarda i vini rossi.
In Cina esistono circa 39 vigne selvatiche, alcune delle quali sono state coltivate in altri paesi. Il paese coltiva anche diversi vitigni unici, riservati all’elaborazione di vini. Tra questi figurano alcuni ibridi, frutto di incroci tra varietà cinesi e europee o americane, importate in Cina da missionari occidentali.
Tra i vitigni ricordiamo il longyan o l’occhio di dragone, lo shuanghong, il beihong, il beimei, il beibinghong e il gongzhubai, tutti presentati in occasione di una degustazione animata da Jicheng Zhan. I loro nomi sono ancora sconosciuti ai consumatori di vino nel mondo intero ma potrebbero affermarsi in un prossimo futuro. La Cina coltiva anche il vitigno kyoho, principalmente per consumo diretto ma utilizzato anche nell’elaborazione del vino, e la varietà hutai, utilizzato per elaborare ice wines, i vini di ghiaccio, nella provincia di Shaanxi.
Focus CMB: le tendenze enologiche che influenzeranno il 2018
Il mercato enologico cinese
Nel 2017, l’Asia è rimasta attore principale del mercato enologico mondiale. La Cina ha il più alto tasso di crescita, sia in termini di produzione che di consumo. Questa tendenza dovrebbe mantenersi nel 2018.
La Cina sta per diventare il primo importatore mondiale di vino, registrando vendite per un valore superiore a 2 miliardi di dollari, conseguenza di una crescita vertiginosa del 37% dal 2014. I consumatori di vino in Cina sono 38 milioni, una reale opportunità per i vignaioli!
La loro fascia di età si abbassa: il 40% degli amatori di vino cinesi hanno tra i 18 e i 29 anni.
In termini di scelta, i vini francesi, cileni e australiani figurano tra i vini importati più richiesti. In effetti, la Cina è il primo mercato d’esportazione in assoluto dei vini di Bordeaux.
Tuttavia, si percepisce un abbassamento del consumo dei vini francesi che si spiega con la ricerca di una qualità equivalente a un prezzo più abbordabile, criteri a cui rispondono i vini argentini, spagnoli e portoghesi.
Nel 2017, i campioni di vini cinesi presentati al Concours Mondial de Bruxelles (CMB) hanno conosciuto un incremento del 112,5% rispetto al 2016, e di quasi il 250% dal 2015. Nel 2017, la Cina ha vinto ben 78 medaglie a fronte di 255 iscrizioni al CMB, posizionandosi 6ª nella classifica generale delle medaglie del CMB (in risalita rispetto al suo 8° posto nel 2016). La regione di Ningxia primeggia su tutte le altre per numero di vini premiati.
Nel 2017, la Cina ha riportato la vittoria vincendo diverse Grandi Medaglie d’Oro, preceduta soltanto da vincitori abituali quali la Spagna, il Portogallo, la Francia e l’Italia.
Nel 2018 la Cina potrebbe rimanere in cima alla classifica delle destinazioni per l’export dei principali paesi produttori di vino al mondo, grazie a tassi di crescita potenzialmente più alti rispetto a tutti gli altri mercati.
La rivoluzione del vino biologico continuerà anche nel 2018
I consumatori sono più informati e curiosi rispetto alla composizione del vino che consumano. Proprio come i gastronomi si concentrano sull’elaborazione delle pietanze, gli amanti del vino andranno alla ricerca di vini prodotti con la più grande cura. Nel 2018, distributori e ristoratori dovranno trovare nuovi modi per attrarre i consumatori che accordano grande importanza alla “fabbricazione” del vino.
Negli ultimi 3 anni, abbiamo registrato una crescita notevole nel numero di campioni di vini biologici e biodinamici al CMB. Questo picco nelle partecipazioni di quasi l’80% è il risultato di un forte interesse dei consumatori per entrambe le categorie.
Coscienti dell’evoluzione del mercato, nel 2017 abbiamo introdotto per la prima volta una nuova categoria dedicata ai vini biologici e biodinamici. I primi cinque paesi classificati nella categoria biologica sono stati Italia, Francia, Spagna, Cina e Portogallo, seguiti da vicino da 3 paesi dell’Europa orientale: Grecia, Bulgaria e Repubblica di Moldavia. Nel 2017, la giuria CMB ha selezionato come una vera “Rivelazione” nella categoria biologica “Selendi Sarnic Shiraz 2013”, un vino della… Turchia.
Prevediamo che un numero sempre maggiore di attori-chiave inizino ad applicare i principi della viticoltura biologica e biodinamica nei vari paesi di tutto il mondo. I consumatori mostreranno una maggiore consapevolezza rispetto all’origine e ai metodi di produzione dei vini, favorendo, quindi, i prodotti biologici e locali.
Vini d’annata e vini dell’Europa orientale
Gli esperti del settore stimano che nel 2018 diverse varietà meno conosciute provenienti da paesi meno noti possano attirare l’attenzione dei consumatori.
Secondo l’Organizzazione internazionale del Vino e della Vigna (OIV), il 2017 ha conosciuto un minimo storico di produzione a causa di condizioni climatiche sfavorevoli. Tuttavia, due paesi dell’Europa orientale hanno registrato un aumento rispetto al 2016: la Romania (5,3 mhl) e l’Ungheria (2,9 mhl).
Tra il 2015 e il 2017, i campioni presentati al CMB provenienti dall’Europa orientale, che potremmo considerare come una zona di produzione “meno conosciuta”, sono aumentati del 42,9%. Nel 2017, due paesi dell’Europa orientale – la Bulgaria e la Repubblica Ceca – sono entrati nella top ten dei vincitori CMB.
Nell’intento di favorire l’eccellenza e l’innovazione, nel 2017 una sezione del concorso è stata dedicata a vini di vecchia annata definita eccezionale del secolo scorso, vale a dire le annate precedenti all’anno 2000. Nessun altro concorso ha offerto a vini così emblematici di venire alla ribalta. Nel 2017, abbiamo attribuito 30 medaglie a vini d’annata. Indiscutibile “vincitore”, il Portogallo: su 16 campioni, il paese ha vinto ben 14 medaglie, con annate risalenti al 1929. Prevediamo, nel 2018, che un maggior numero di collezionisti scopra il carattere raro e unico di queste vecchie annate.
Disposti a pagare di più per la qualità?
Nel 2017, i produttori hanno investito di più per garantire la qualità dei prodotti. La partecipazione di campioni più costosi (oltre 70 €) nel CMB 2017, ad esempio, è passata dallo 0,5% allo 0,9% (2015 vs 2017). Stesso dicasi per le medaglie assegnate a questi vini: dallo 0,3% allo 0,5% (2015-2017). È interessante notare che nel 2015, 2016 e 2017, la maggior parte dei vini di categoria ultra premium (da 50€ a 70€ e oltre 70€) sono stati premiati con Gran Medaglie d’Oro e Medaglie d’Oro. Nel 2017, il CMB ha assegnato più medaglie alla fascia 70€+, rispetto alla fascia 50€-70€.
Nonostante la difficile situazione economica e una previsione in ribasso per il raccolto, ci si la crescita dei vini premium sembra certa. Se il volume si riduce, la qualità aumenta.
La scadenza per l’iscrizione e per l’invio dei campioni è fissata al 1 marzo 2018.
Regolamento del concorso e modalità di partecipazione sono disponibili nel sito istituzionale del concorso.