Atlantis. Ovvero Atlantide, il mitologico continente sommerso che alcune leggende vorrebbero fosse identificabile proprio con la Sardegna. Il nome di questa giovane azienda di Berchidda nasce proprio da qui, dalla passione per i miti e per le leggende, per quella poesia che solo loro sanno contenere e per quel manto magico che posano su ogni cosa che accade. Soprattutto sulla realtà.
Ed è da questo senso di magia e contatto poetico con la propria terra che sono partiti – e ripartono ogni giorno – i fratelli Sannitu per portare avanti il loro lavoro. Un lavoro che si traduce nella realtà di Atlantis Berchidda, una cantina dall’anima giovane e contemporanea, che guarda al mondo del vino con occhi grintosi e pieni di passione. Che guarda al futuro anche se le radici sono saldamente ancorate in più di mezzo secolo di passato.
A Berchidda, infatti, già il nonno di Andrea e Francesco, Sisto, coltivava vino. Un vino verace, semplice, prodotto per la famiglia come spesso ancora accade in terre vocate alla vite come la Sardegna, dove non tutti scelgono di conferire a grandi aziende. Una passione che è passata al figlio di Sisto, Bastianino, che già 15 anni fa ha scelto di impiantare dei nuovi vigneti, ingrandendo gli appezzamenti di proprietà e dando il Là a quella che è la cantina oggi. Un’azienda che conta 16 ettari di vigneti su 200 totali di proprietà: una piccola grande oasi di natura incontaminata, che la famiglia Sannitu ama profondamente. Una terra speciale da sempre accarezzata da mani gentili e gestita con un metodo di coltivazione a basso impatto ambientale e ora in conversione biologica. Una madre unica, divisa in due corpi principali, “Sa Conca” e “Sos Ruos”. Il tutto nei pressi di Berchidda, ovvero ben posizionato su uno dei vertici – insieme a Monti e Tempio Pausania – di quello tradizionalmente conosciuto come il Triangolo del Vermentino di Gallura, l’unica D.O.C.G. della Sardegna che appartiene, ovviamente, al dna di Atlantis Berchidda.
Un’azienda che vive di un profondo legame con la tradizione e la sua terra, che però non riesce a stare ferma. Proteggere la terra significa anche portarla a vivere esattamente com’è da sua natura, dando valore al tempo riempiendolo di vita. Anche per questo dal 2019 agli ettari già impiantati a vite dell’azienda se ne sono aggiunti 3,5 in località Sa Conca: linfa giovane che si innesta in una parcella dell’azienda che ha alle sue spalle già più di 15 anni. Novità e maturità che si avvicinano per un arricchimento complessivo e reciproco.
La poesia è la quotidianità ad Atlantis Berchidda. E così anche la concretezza. Mito, ma anche duro lavoro quotidiano. Atlantis Berchidda riesce a unire la creatività e il guizzo poetico tipici di chi crede profondamente in qualcosa, alla pragmaticità delle nuove generazioni. Hanno abbracciato l’impresa di famiglia e l’hanno ricreata attraverso i loro occhi giovani, quelli di due fratelli nati nei mitici anni ‘80, dipingendola di gioia di vivere, di nuovi colori, creando una nuova idea di promozione e marketing che ben si sposa ai vini prodotti, tutti grintosi e di carattere. Colorati, come le loro etichette e come i sogni che si realizzano.
I colori di Atlantide sono quattro e coprono le stesse sfumature emozionali che può raggiungere un vino.
Il Rosso è quello di Demiurgo. Ovvero il Cannonau di Sardegna Doc dell’azienda: vivo, passionale, sfrontato. Racconta perfettamente se stesso dal nome alla bottiglia, ovvero un vino che sintetizza in gocce e calici l’essenza di una terra mitica quale è la Sardegna. Anche senza Atlantide.
E dopo le viscere della terra, c’è il colore del cielo. L’azzurro in ben due sfumature, tante quante sono le interpretazioni del Vermentino di Gallura di Atlantis Berchidda. E’ il celeste prezioso di Clos, un vero e proprio gioiello, perché se è vero che il suo nome sta a identificare la più piccola particella del vigneto Sos Ruos( 5 ettari all’interno dei sei totale di questa parte di azienda, da viti di età media, di circa 16 anni di età), è anche vero che viene venduto solo ed esclusivamente “en primeur”. Poche bottiglie per un vino indimenticabile. E c’è il celeste rampante, giovane e gioioso di Crizia. Ancora un nome mitologico, per un vino musicale, come il jazz, e femminile nell’accezione più pura del termine. Ovvero, portatore di vita.
E poi c’è il viola, conturbante e caldo come il Maggio di cui il quarto vino dell’azienda porta il nome. Ovvero Maju, l’etichetta che più di tutti si apre all’internazionalità, con il suo blend di Merlot, Cabernet Sauvignon e Syrah, tutti vinificati singolarmente e poi uniti in un matrimonio che parla della Sardegna, una terra da sempre multiculturale, crocevia di mille popoli e tradizioni.
I vini Atlantis in sintesi
DEMIURGO – Cannonau di Sardegna Doc
Il colore è un rosso intenso con riflessi violacei, che al naso esplode in sentori di mora e di frutta matura. Al palato è intenso, caldo, persistente e di buona struttura. A tavola si sposa con carni arrosto, cacciagione e formaggi di media stagionatura.
MAJU – Colli del Limbara Igt Rosso
Dal colore rosso intenso, al naso sprigiona sentori suadenti di frutta matura e al palato è caldo e persistente. Perfetto con stracotti di carne, zuppe particolarmente sapide, e formaggi oltre i 24 mesi di stagionatura.
CRIZIA – Vermentino di Gallura Docg
Giallo paglierino intenso, al naso riporta l’estate con le erbe aromatiche e i sentori di frutta fresca. Morbido e sapido al palato. Perfetto con crudi di mare, sushi, primi piatti leggeri a base di pesce o di verdure, carne bianca arrosto e in umido.
CLOS – Vermentino di Gallura Docg Superiore
Stuzzica il naso con le erbe aromatiche, al palato è sapido, con ritorni di miele e dei sentori minerali della terra dove cresce, per chiudersi in un finale morbido ed elegante. Si abbina alla perfezione con zuppe e arrosti di pesce, formaggi di media stagionatura e dolci secchi a base di burro.