Domenica si è conclusa la terza edizione della Grande Festa del Vino a Bosa, organizzata dall’Associazione Centro Storico Sa Costa e sotto la guida di Anna Ruggiu e Mario Stara. Cinque lunghi mesi di duro lavoro che hanno avuto come epilogo questa domenica.
Un lavoro guidato dalla passione, che non poteva che concludersi se non con una piena soddisfazione visto il successo ottenuto. I numeri dei partecipanti e dei calici distribuiti parlano chiaro: la crescita rispetto agli anni precedenti è palese. Il vino è stato protagonista assoluto ma, per una volta, sotto una veste diversa. Non si parla di bottiglie note, per fama o per l’essere commerciate su larga scala, bensì di produzioni legate visceralmente al territorio ed a lavorazioni arcaiche che si tramandano di padre in figlio. Abbiamo avuto il piacere di fare nuove scoperte e conoscere chi è meno noto, non per il suo vino ma perché distante dal marketing dei giorni nostri.
Manifestazioni come questa, del resto, devono essere finalizzate proprio a far emergere coloro che rappresentano, con umiltà, i diversi territori della Sardegna. L’organizzazione del Festival, in tal senso, non ha deluso, centrando in pieno l’obbiettivo (e come non ha deluso la cornice storica di Bosa… da far invidia!).
Sarebbe troppo lungo citare i produttori presenti, ma ci teniamo a mettere in evidenza la zona della Sardegna che maggiormente si è messa in mostra aggiudicandosi i primi posti. Parliamo del Mandrolisai, espressione di grandi vini e di un grande territorio vocato da sempre alla viticoltura.
Tutto perfetto? Forse no, c’è sempre da migliorare (come in tutte le cose del resto), ma bisogna credere e supportare progetti come questo.
Di Augusto Piras