QUALE SOLUZIONE PER STIMOLARE IL CONSUMO DI VINO NEI RISTORANTI?
Letteralmente tradotto da “Bring Your Own Bottle“ ossia, i clienti possono portare in ristorante il vino acquistato altrove che desiderano bere durante la cena.
Il BYOB è una pratica molto diffusa oltre oceano, poco conosciuta in Italia ma che può essere considereta una delle tante soluzioni per stimolare il consumo di vino nei ristoranti.
Ma in cosa consiste il BYOB?
Tale pratica è nata inizialmente per dare la possibilità, a collezionisti ed intenditori, di poter abbinare ai piatti serviti durante il pranzo o la cena delle bottiglie di particolare pregio, non presenti nella menù del ristorante scelto. In seguito i ristoratori hanno sviluppato il sistema come stratagemma per attirare una clientela più numerosa, offrendo la possibilità di risparmiare sui solitamente gravosi ricarichi applicati sugli alcolici.
Il ristoratore applica “Il Diritto di Tappo” (corkage fee) ovvero viene fatto pagare una somma corrispondente al costo del servizio alla stappatura, al lavaggio di bicchieri e decanter.
Diffusasi inizialmente soprattutto in California, dove il ricarico sulle bottiglie di vino si aggira mediamente attorno a 2,5-3 volte il valore iniziale, la pratica del diritto di tappo (corkage fee) si è andata allargando ad altri stati confederali, ad alcune regioni canadesi, ed in Australia e Nuova Zelanda.
Ovviamente le minori vendite di vino possono essere coperte, per i ristoratori, solo da un elevato corkage fee, che però annullerebbe ogni vantaggio per il cliente. La quantificazione di tale “diritto” è quindi intimamente legata alla politica di prezzi ed al piano di investimenti attuato dal singolo locale. Ogni ristoratore può decidere la propria tariffa, che va solitamente dai 15 ai 25 dollari negli Stati Uniti ai 5-7 Euro in Italia, dove però tale pratica è ancora scarsamente diffusa.
Mentre per alcuni ristoranti tale pratica avrebbe significato vanificare i propri sforzi in termini di ricerca delle etichette, preparazione del personale, ed acquisto delle attrezzature (ed in questi casi tale pratica viene invariabilmente rifiutata), per i clienti non ha significato semplicemente un abbattimento dei costi, ma sovente un modo per superare la limitatezza di carte dei vini non particolarmente nutrite o ricercate. Per questo motivo capita di frequente che le bottiglie BYOB superino decisamente il valore delle bottiglie disponibili in un determinato locale.
Le alternative. Il vino al bicchiere e la bottiglia da 375 Cl / 500Cl.
Il vino al bicchiere potrebbe risultare un’ottima alternativa alla bottiglia da 750Cl. Il problema in questo caso è il prezzo che risulta a volte essere la metà del costo della bottiglia, quindi va ad annullarsi tutta la convenienza. Non solo, il quantitativo di vino versato non è stabilito da nessuna norma e quindi a completa discrezione del consumatore, e purtroppo non è mai certo il momento in cui questa viene stappata.
La bottiglia da 375Cl / 500Cl è un’ottima soluzione, anche se non sono tanti i vini che vengono prodotti in questo formato. Bisogna dire però che la tendenza sta cambiando infatti sono sempre di più le bottiglie prodotte nel formato da mezzo litro, proprio per venire incontro alle esigenze del consumatore in tempo di crisi.