Sentiamo tanto parlare di “vegano”. Cerchiamo di chiarire alcuni punti per quanto riguarda il vino.
Il mercato di questi prodotti è in espansione, come in generale tutti quelli che presentano una certificazione, in quanto il consumatore cerca in qualche maniera rassicurazioni. La certificazione vegana non è da confondere con quella biologica. Infatti non è scontato che il vino vegano che sia prodotto in regime biologico o non contenga solfiti.
È un vino prodotto senza alcuna interazione in vigneto o in cantina con prodotti animali o derivati. Parliamo di vini che non subiscono chiarificanti di origine animale (albumina d’uovo, la caseina e i caseinati, la colla d’ossa, la colla di pesce, la gelatina, additivi o come coadiuvanti tecnologici). In vigneto se parliamo di tecniche naturali non sono consentiti concimati con letame, ma si utilizzando tecniche come il favino. C’è da una parte la convinzione di alcuni produttori biodinamici a tornare sempre più prepotentemente ad utilizzare il cavallo, abbandonando i trattori, ma dall’altra abbiamo le convinzioni di alcuni vegani, che ritengono deprecabile lo sfruttamento del cavallo, a fini lavorativi e vorrebbero che si usasse il trattore.
Per quanto riguarda il confezionamento è d’obbligatoria l’assenza di prodotti di origine animale e derivati negli ausiliari di fabbricazione e nei materiali di confezionamento, o colle utilizzate per applicare le etichette.
In etichetta “vegano” si configura solamente come informazioni facoltativa, che come tale deve sottostare alle norme generali in materia di etichettatura. I marchi di certificazione riportati sono privati e di proprietà di persone fisiche, associazioni o strutture private. Sono certificati da parte di un ente terzo indipendente e concessi in uso ai produttori di vino in base a specifici regolamenti interni.
Il quadro mi sembra un po’ confuso se è vero che non sempre biologico, biodinamico e vegano ha dei punti convergenti. A questo punto la domanda è: ma il consumatore medio, nel rispetto delle scelte personali di ciascuno di noi, cosa né pensa?
Di Augusto Piras.