Articoli

Mandrolisai: quando il vino racconta il proprio territorio

Vigne nel Mandrolisai

Mandrolisai, cuore di Sardegna, scruta dall’alto delle sue colline il mare dell’oristanese a ovest. Altrettanto farebbe ad Est, verso la costa ogliastrina, se non fosse per il massiccio del Gennargentu che prepotentemente domina tutto il territorio.

Paesaggio a lunghi tratti incontaminato dall’uomo: boschi di leccio, sughero e castagno lasciano spazio agli orti e ai vigneti solo quando ci si avvicina ai centri abitati.

L’intero territorio si suddivide in due zone. La prima, di origine granitica, comprende le alte colline che arrivano ai 700 m di altezza; la seconda, scistosa, riguarda prevalentemente i territori più vicini al Gennargentu. Coltivare vigne e produrre vino è sempre stata una delle attività principali e legate ad una tradizione secolare, nata per soddisfare il fabbisogno familiare e solo in seguito percepita come iniziativa commerciale (prova di ciò è la costituzione della cantina sociale del Mandrolisai). La zona di produzione comprende diversi comuni: Sorgono, Ortueri, Atzara, Meana Sardo e Samugheo.

Per dimostrarci e dimostrarvi quanto sia importante soffermarsi sul territorio , non solo sul prodotto finale, per l’analisi di un vino, abbiamo avuto il piacere di degustare due versioni di Mandrolisai.
Il primo è Balente, IGT solo per un disciplinare che, per certi versi, dimostra tutti i suoi limiti ed una burocrazia che lascia il tempo che trova. Viene prodotto dalla cantina Carboni di Ortueri, colline a 650 metri s.l.m., terreno granitico. Il secondo è Meana biologico, sempre IGT, della cantina Meana di Meana Sardo, 700mt di altezza e terreni prevalentemente scistosi. Le percentuali di quantità per uva si avvicinano a quelle previste dal disciplinare per la produzione del DOC:

Bovale sardo non meno del 35%;
Cannonau dal 20% al 35%;
Monica dal 20% al 35%.

Vino Balente e Parede
Balente (Ortueri) – Pareda (Meana Sardo)

Meraviglioso blend di tre tra i vitigni a bacca rossa più rappresentativi della Sardegna, ancora carenti della giusta comunicazione (eccezione, forse, il cannonau). Il contributo di ciascun vino è riscontrabile in ogni sorso: la struttura del cannonau con i suoi aromi fruttati e la sua freschezza che varia a seconda del terreno e dell’altitudine, il monica con la sua morbidezza, il bovale sardo tannico e con un’importante presenza polifenolica che ci regala il colore rosso carico e quel retrogusto amarognolo, caratteristica tipica del Mandrolisai.

Entrambi vini di spessore, racchiudono profumi di frutta rossa e macchia mediterranea che confluiscono in uno speziato che pervade il naso. In bocca, la tipicità e le differenze si fanno più nette; sorsi pieni dove si riscontra maggiore morbidezza e tannino più levigato per il Balente, mentre nel Meana riscontriamo maggiore freschezza e astringenza.

Due versioni differenti di un uvaggio importante quale il Mandrolisai. Due territori, seppur vicini, diversi. 

Di Mario Josto D’Ascanio

Acquista online su Bevisardo
Bevisardo Banner Mobile
Back to list

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *