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Phylloxera Vastatrix: La grande peste dell’800.

Phylloxera Vastatrix

IL MALE CHE MUTÒ L’ASPETTO DELLA VITICOLTURA IN EUROPA

E fu dramma. Gli occhi sbarrati guardavano la forza della vita messa a tacere da un male che non aveva forma. Incredulo vide in ginocchio tutto il suo mondo. La cura per ogni singolo ceppo, la dedizione, l’arte nell’impalcare ogni tralcio, la finezza della sua tecnica, non erano state sufficienti. Chi poteva volere un si tanto sfascio. Quale maleficio e quale sgarro agli Dei per tutto quel dolore. Pianse… e le lacrime bagnarono un’incolta barba bianca. Vieni figliolo… qui… non abbiamo più da fare.

Provincia di Como 05 giugno 1879. Si riscontrò la presenza della Phylloxera Vastatrix (Fillossera).

Fu il primo caso in Italia. Già da qualche anno si temeva visto l’aumento dei traffici mercantili da e verso le Americhe, che la Fillossera potesse colpire anche i vigneti europei. I primi campanelli d’allarme ci furono in occasione della comparsa dell’afide nel sud-ovest della Francia qualche anno prima (Arles, Provenza 1863). Primo caso in Europa. Il futuro di una viticoltura in espansione e in costante evoluzione, il fiorente mercato del nettare degli Dei si avviò lentamente verso uno dei periodi più difficili della sua storia. Solo pochi intuirono la gravità di ciò che stava per accadere. E fu dramma.

Seduti accanto al camino. La fiamma dello stesso si rifletteva sulle pupille del vecchio che, al contrario, dai suoi occhi l’aveva persa. Di fianco il figlio nel fiore della sua giovinezza s’interrogò sul perché le piante morissero in tale maniera . Si ripropose di portare, il giorno seguente, un ceppo malato da un agronomo che , a detta degli amici della locanda, viveva in un paesino a circa mezz’ora di cammino. Lui avrebbe saputo cosa fare. Ma intanto per quell’anno dovettero dire addio al raccolto e per le loro tasche niente di buono, solo il dolore della fatica spesa in vano.
La malattia si diffuse rapidamente in tutta Europa e in poco meno di un decennio la superficie vitata venne dimezzata. Intanto i dottori agrari studiarono tecniche e medicine adatte al male che mise in ginocchio interi paesi, economie e intere famiglie.

I vigneti che all’epoca, impiantati “franchi di piede” (tutta la pianta era della stessa varietà, es. CannonaCarignanoVernacula) dovettero essere estirpati e reimpiantati utilizzando la tecnica dell’innesto. Detta tecnica, consisteva nell’impiantare varietà americane (Es. Vitis Lambrusca, V. Riparia e V. Rupestris) il cui apparato radicale era immune alla Fillossera e su di esse “innestare” il “gentile” ossia varietà di uva da vino o da tavola (es. Cannonau ; Carignano; Vernacula ecc.. In pratica si ottenne la radice del Lambrusca con la chioma del Cannonau.

I giorni si fecero anni e le fatiche si fecero sentire nel corpo e nell’anima.

La scienza comprese diversi aspetti del piccolo nemico, si scoprì che non agiva in territori troppo freddi per via del clima o in ambienti troppo caldi e terreni sabbiosi. Ne studiarono i cicli vitali e compresero che li compiva a breve distanza l’uno dall’altro ma sopratutto capirono che il secondo era letale… Gli sforzi dell’uomo furono immensi, la sua stessa genialità lo fece sopravvivere. Gli anni passarono in fretta e il giovane divenne presto adulto. Fece tesoro degli insegnamenti del padre. Oggi i suoi occhi si posano sul sole morente che bagna di rosso la vallata. Le viti crescono prospere e il raccolto quest’anno sarà favorevole. Le sue mani portano i segni di una vita spesa tra la lussuria della natura e la guerra delle stagioni.

Fa roteare il rosso nettare sul fondo del bicchiere, accosta il naso con naturale gestualità, socchiude gli occhi. I suoi sensi si inebriano del profumo che attraversa le sue narici leggermente aperte e insaziabili. Si nutre del piacere dato da quei profumi, apre gli occhi, la bocca e lascia che qualche goccia bagni le sue labbra. Mentre il vino accende nuovi sensi e nuove sensazioni il pensiero va al suo amato padre… e le lacrime bagnano un’incolta barba bianca.

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