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Si chiama Nànà: l’ultimo nato tra i vini Alberto Loi

Nana Alberto Loi Rosato

Qui sarebbe meglio disporre di qualcos’altro!!” si dissero in tarda notte i fratelli Loi al termine di una gustosa cena familiare. “Ci vorrebbe un vino diverso dal solito. Che accompagni il fine cena, ma non sia dolce. Che possa ben affiancarsi con i formaggi ma anche col cioccolato”

È da una breve discussione familiare che Sergio Loi, enologo della cantina Alberto Loi, ha preso spunto per il progetto di un vino che – per le sue peculiari caratteristiche organolettiche – si potrebbe ben accostare a quelli, cosiddetti, “da meditazione”. Un vino che, a seconda di gusti e preferenze, possa accompagnarsi bene sia ad un saporito erborinato che ad uno sfizioso cioccolato fondente.

Dalle esperienze di precedenti produzioni aziendali, si convinse che l’obbiettivo del progetto poteva essere raggiunto attraverso l’assemblaggio di tre vitigni tradizionali sardi: il cannonau in prevalenza (come la gran parte delle produzioni di Alberto Loi), il vermentino di vendemmia tardiva e l’aromatico nasco, lasciato maturare a lungo in legno.

“Veniamo dall’Ogliastra, zona nella quale il Cannonau ha le sue radici forti. È fondamentale per noi riuscire a mostrare tutto il suo valore e il suo potenziale; per questo investiamo le nostre energie per creare vini che siano capaci di esprimere il Cannonau in tutte le sue più svariate sfaccettature”.

Il Nànà, ultimo nato della “Linea Selezioni”, è perciò un vino bianco che nasce dall’incontro del Cannonau con Vermentino e Nasco delle diverse tenute dell’Azienda, maturando in legno per molti mesi ed affinando almeno 12 in vetro. 

Il suo nome – come altri vini aziendali quali Alberto Loi RiservaLeilaLoi Corona – fa riferimento ai proprietari della azienda, la famiglia Loi, giunta ormai alla quarta generazione dedita alla produzione e valorizzazione del Cannonau d’ Ogliastra.

Prende spunto da una simpatica vicenda familiare, ovvero dall’affettivo soprannome con cui era chiamata da bambina AnnaGiulia, unica figlia femmina di Alberto Loi. Appunto “Nànà”. 

Si tratta del secondo vino dedicato alle donne della cantina Loi. Il primo fu, al termine del secolo scorso, Leila, un Blanc de Noir da cannonau, assemblato con altri vitigni autoctoni, maturato in piccoli carati di rovere, che derivava il nome dalla moglie di Alberto e madre dei fratelli Loi: Leila Corona.

“Si può parafrasare che Nànà sia stretto parente di Leila” ci dice Francesca, export manager dell’azienda, “Il progetto di Nànà nasce dalle esperienze di Leila, base su cui si è lavorato per pensarlo e crearlo”.

“Alla vista si presenta di un dorato ambrato brillante. Intenso e complesso nei profumi con note di confettura che si sposano a quelle di frutta secca e spezie di diversa espressione. Al gusto un effimero inizio delicatamente secco apre a lunghe note quasi liquorose, sapide e avvolgenti. Sintesi di assolati tramonti e sonnacchiosi albeggi delle vigne Alberto Loi strette tra il Tirreno di Sardegna e i tacchi e toneri d’Oglistra” ci illustra un gentile e generoso amico sommelier.

“Nànà è il primo, ma non l’ultimo” – riferisce Sergio Loi – vino da dessert o meglio, da meditazione, della Vitivinicola Alberto Loi.

Il futuro, in Ogliastra, è quindi ancora tutto da scoprire.

Nana Alberto Loi Cantina

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