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Templari a Cagliari

Quadro cavaliere Templare a Cagliari

DA LUOGO DI CULTO RELIGIOSO A LUOGO DI CULTO DEL VINO.

La coltivazione della vite e quindi il consumo di vino a Cagliari è noto agli archeologi sin dai Cartaginesi, alcuni ritrovamenti nella città hanno inoltre riportato alla luce statue dedicate a Dionisio e Bacco di origine Romana che né testimoniano il culto.
Le notizie sui Templari sono frammentarie in quanto dopo lo scioglimento del 1321 si tentò di cancellarne la memoria distruggendo documenti e creando falsi storici. A Cagliari arrivarono intorno al dodicesimo secolo, la città in quell’epoca era ubicata fra lo Stagno di Santa Gilla e la base del colle di Castello, edificata in età bizantina e alto medioevale, il cui cuore pulsante era il rione di Stampace in cui si riscontrano diverse testimonianze del loro passaggio. A loro come consuetudine dell’epoca vennero fatte diverse donazioni fra cui diverse vigne. Ricordiamo che il vino era ed è considerato dai cristiani il sangue di Cristo ed è utilizzato nella Santa messa.

Il complesso di San Francesco era certamente la struttura più importante di Stampace chiamata “sacra domus” costruita vicino al campidoglio romano e sul punto di partenza dell’antica strada romana da Karalis a Torres. Diverse testimonianze oggettive come le lastre tombali, il pulpito e alcuni capitelli come quello raffigurante un pellicano (nella simbologia templare raffigura Cristo che si squarcia il petto e dà da mangiare ai suoi figli), ci parlano inequivocabilmente di loro. Anche lo storico Padre Giorgio Aleo identificava la struttura in uno dei suoi scritti come sito templare. Dopo la dismissione dei beni dovuta allo scioglimento dell’ordine la proprietà passò ai francescani intorno al 1300, intorno al 1326 vennero cacciati dagli Spagnoli che distrussero la chiesa e né utilizzarono le parti per costruire la chiesa di Bonaria da destinare ai connazionali. In seguito intorno al 1330 venne risistemata come si evince da alcuni documenti e ridata ai francescani.

Veniamo ai nostri giorni, la chiesa è ormai scomparsa, i sui ruderi sono stati inglobati nei palazzi che si affacciano nel Corso Vittorio Emanuele. L’antico chiostro dal 2002 è fruibile dal pubblico al numero civico 46 all’interno di un pub, ed è stato adibito a Wine-bar con il nome “Cantina dei Templari”, in onore dei suoi fondatori. In questo modo continua una trazione che vede quei luoghi legati al culto, questa volta del vino che comunque da secoli è legato indissolubilmente a quello religioso.

Senza dubbio la vineria con la struttura più antica della Sardegna, ormai da anni punto di riferimento degli appassionati di vino e Sommelier con degustazioni a tema e una carta in continuo mutamento per recepire le nuove tendenze del mercato.

Una cantina ricca di vini e distillati nazionali e internazionali di pregio. Luogo storico e ricco di energia come solo alcuni luoghi sanno essere, soprattutto quelli posseduti dall’antico Ordine Templare, che nonostante tutto nessuno è riuscito a cancellare nella memoria collettiva.

Augusto Piras

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