L’anno scorso su Vini d’Italia si elogiava una qualità media crescente dei vini isolani, ma allo stesso tempo si auspicava un progresso del numero di eccellenze, viste le potenzialità di alcuni territori vitivinicoli sardi. Risultati alla mano non si può negare che questo non sia accaduto. Cresce il numero dei Tre Bicchieri, ma anche i vini arrivati in finale sono aumentati a conferma che sono tante le aziende che puntano solo e solamente sulle politiche di qualità.
L’altro dato importante riguarda una diffusione qualitativa comune a tanti territori. Lo prova il lavoro fruttuoso che arriva dalle aree storiche e più vocate, fino ad arrivare alle zone che negli ultimi anni erano rimaste in penombra e, oramai, sono riuscite ad affermarsi. Partendo dai territori più a Nord dell’isola riscontriamo un ottimo risultato dell’unica Docg sarda: il Vermentino di Gallura nel millesimo 2010 riesce a trasmettere molto bene quel mix perfetto che arriva dai suoli granitici della denominazione e dalle peculiarità del vitigno. Il tutto si traduce in 4 Tre Bicchieri. Il Genesi della cantina di Gallura, il Monteoro di Sella & Mosca, il Thilibas di Pedres e il Vigna’ngena di Capichera. Buona la prestazione dei Cannonau di Sardegna, anche se a dispetto di una denominazione legata a un disciplinare obsoleto, sarebbe meglio parlare di singole microzone. Si conferma uno dei migliori della categoria il Dule di Gabbas, una Riserva ’08 che arriva dai vigneti del nuorese, ma non è da meno il Keramos Riserva ’07 di Soletta, affermata azienda di Codrongianos.
Detto questo, per la Doc rossista più importante dell’isola ci aspettiamo di più, sia per le potenzialità di un’uva straordinaria sia per il numero di aziende che la producono. Da decenni una valida eccezione è rappresentata dal Turriga di Argiolas, un Igt composto per la maggior parte da cannonau, che anche nella versione ’07 dimostra di essere un grande vino mediterraneo. Sale sul gradino più alto del podio pure il Norace ’08 di Feudi della Medusa: anche qui c’è una buona parte di cannonau, arricchita dalla felice aggiunta del 40% di syrah. Da incorniciare la prova dei Carignano del Sulcis.
Tutte le aziende produttrici si distinguono per qualità e tra queste spiccano due cooperative: la cantina di Santadi col rinomato Terre Brune ’07 e la Sardus Pater con l’Arruga ’07. L’altro rosso che si conferma come una delle pietre miliari in Sardegna è il Marchese di Villamarina ’06 di Sella & Mosca, un cabernet sauvignon che in area algherese riesce a dare prodotti di gran fascino.
Chiudiamo con due vere e proprie chicche enologiche che hanno conquistato la commissione d’assaggio: una è il Perda Pintà di Sedilesu, etichetta già nota ai lettori di questa guida, che nella versione ’09 seduce come poche altre volte; l’altra è la Malvasia di Bosa ’06 Vigna Badde Nuraghe del produttore Emidio Oggianu. Un vino di una piccola grande denominazione che se non fosse per produttori determinati come Oggianu rischierebbe di scomparire dalle nostre tavole. E sarebbe un vero peccato.
TRE BICCHIERI 2012: SARDEGNA
- Alghero Marchese di Villamarina 2006 – Tenute Sella & Mosca
- Cannonau di Sardegna Dule Ris. 2008 – Gabbas
- Carignano del Sulcis Sup. Terre Brune 2007 – Cantina di Santadi
- Carignano del Sulcis Sup. Arruga 2007 – Sardus Pater
- Cannonau di Sardegna Keramos Ris. 2007 – Tenuta Soletta
- Malvasia di Bosa Vigna Badde Nuraghe 2006 – Emidio Oggianu
- Norace 2008 – Feudi della Medusa
- Perda Pintà 2009 – Sedilesu
- Turriga 2007 – Argiolas
- Vermentino di Gallura Sup. Thilibas 2010 – Pedres
- Vermentino di Gallura Sup. Monteoro 2010 – Sella e Mosca
- Vermentino di Galluta Vigna’ngena 2010 – Capichera
- Vermentino di Gallura Sup. Genesi 2010 – Cantina di Gallura
Fonte: Gamberorosso.it