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Vertourmer 2.0 – Vermentino tra innovazione e tradizione – Racconto

Uva Vermentino

Venerdì scorso Mario ed io abbiamo fatto parte del pubblico della tavola rotonda che si è svolta a ll’Expo-Olbia sul progetto Vertourmer 2.0. Stavo in terza fila, alle mie spalle neanche un posto a sedere libero. Ho cercato qualche viso conosciuto, conosco tante persone del settore , dalla formazione tecnica alla vigna e da lì fino al bicchiere del cliente, ma il mio sguardo non è stato contraccambiato. Mi son chiesta chi fossero tutte quelle persone. Nello stesso istante sono iniziati i lavori.

I relatori, otto, nelle due ore successive ci hanno illustrato il progetto, quanto è stato fatto fino ad ora e quanto ci si propone di fare in futuro. Ascolto.

Nel 2009 Castelnuovo di Magra, un piccolo comune in provincia di La Spezia, intercetta dei finanziamenti comunitari resi disponibili nell’ambito del Progetto Italia-Francia Marittimo 2007-2013, finalizzato al miglioramento della cooperazione fra le aree transfrontaliere- comprese nello spazio marittimo e costiero dell’arco dell’alto tirrenico– in termini di accessibilità, di innovazione, di valorizzazione delle risorse naturali e culturali per favorire nel tempo occupazione e sviluppo sostenibile. Le aree transfrontaliere di cui sopra sono: la Liguria, la Toscana, la Sardegna e la Corsica.

La sfida di Castelnuovo di Magra è il marketing del territorio prendendo come spunto un denominatore comune: il Vermentino. Così viene rilanciata L’Enoteca Regionale; viene creato un database del Vermentino; si avvia uno studio dell’architettura dei paesaggi vinicoli e dell’impatto dell’uomo su di essi. Si affinano gli strumenti tecnologici al servizio della causa elaborando una piattaforma di e-commerce dedicata al Vermentino, e un’applicazione capace di leggere un codice QR applicato alle bottiglie, che ne sveli tutti i segreti.

La provincia di Lucca e il dipartimento della Haute Corse diventano partners.

A Lucca, presso l’Istituto Agrario, vengono creati un centro di studi genetici sul Vermentino ed altri prodotti tipici e un laboratorio transfrontaliero deputato al controllo, alla tracciabilità e alla marcatura dei prodotti.

Nella Haute –Corse si interviene su tre fronti: promozione dell’enoturismo; tecnologia; formazione dei vignerons.

Sento un riferimento alle amministrazioni del Var e scopro che il progetto è stato rifinanziato per la sessione 2014-2020, e alle terre transfrontaliere si aggiungono due dipartimenti della Provenza, altra terra in cui il Vermentino è di casa da tanto tempo, seppure in percentuale ridotta rispetto ad altre varietà. Obiettivi futuri: continuità dei risultati raggiunti; nascita di un marchio che identifichi il prodotto delle regioni transfronteliere che aderiscono al progetto; incremento del turismo in modo durevole.

La Sardegna viene coinvolta proprio in quest’ultima sessione. All’appello risponde per primo il comune di Sant’Anna Arresi, e finalmente, come risvegliato da cotanto fermento, il Nord Sardegna, Ovest e Gallura.

Accanto agli interventi tecnico-descrittivi ci sono stati momenti di grande ilarità, come quello in cui il rappresentante sardo ha definito il Vermentino di Gallura la “Ferrari del Vermentino” sotto lo sguardo tanto bieco quanto eloquente del rappresentante corso, ci sono stati racconti intensamente lirici sulla storia del vino e sull’identità del un popolo sardo, ci sono state relazioni caotiche in cui le parole vigneron, produttore e imprenditore sono state usate come sinonimi e quant’altro, ma il senso veramente centrato del progetto ce l’ha dato più di tutti Roberto Cipresso, enologo e scrittore: è necessario, dice, andare a New York col Vermentino di cinque terroir differenti, con elementi certi di storia e scientificità che ne permettano la collocazione in una macroarea di origine e di elezione, mettendone in evidenza il carattere camaleontico.

E’ da un po’ di tempo infatti che non si accetta il fatto che il termine Vermentino sia indicativo di una varietà, non di un territorio, e che i paesi del Nuovo Mondo sono nel diritto di usarlo in etichetta conformemente a quanto prescritto dalla loro legislazione interna. Far parte di questo progetto offre una buona alternativa alla lotta solitaria che ciascuna regione del Vermentino ha propugnato nei confronti delle decisioni europee. Una strategia di cooperazione che innesca un meccanismo gagnant-gagnant per il Vermentino e per le regioni. Ci parla anche di un libro Roberto Cipresso, Strategia oceano blu, che propone un nuovo modello di concorrenza: le aziende conducono una battaglia senza quartiere per accaparrarsi un vantaggio nel sanguinante oceano rosso della competizione, colmo di rivali che lottano per un potenziale di profìtti sempre più ridotto. Ma quali prospettive di crescita potrebbero avere se, invece, operassero senza alcuna concorrenza, in uno spazio di mercato incontestato, dalle possibilità illimitate come quelle di un oceano blu?

Intensa e interessantissima questa tavola rotonda. Rientrando a Cagliari chiacchieriamo io e Mario, come abbiamo fatto all’andata: del fatto che il marchio potrebbe essere l’ennesima certificazione a carico dei produttori e che farà lievitare il prezzo delle bottiglie, ipotizziamo prezzi diversi per l’al di qua e l’al di là dell’Atlantico, ci rendiamo conto che di certo già esistono; focalizziamo i limiti di un QR Code che mai sarà rassicurante per un cliente, lontano nel qui e ora, quanto uno sguardo che lo avvolge, una voce che gli racconta una storia e una mano che gli porge un bicchiere; pensiamo alle dimensioni e al target delle aziende che già aderiscono, a quelle che aderiranno, alle ragioni che i biologici e i biodinamici possono avere o non avere di aderire, et cetera et cetera… Ci arrabbiamo e ridiamo, dopo tutto, siamo solo due sommelier…

Lo spirito di squadra di Vertourmer mi ha conquistato. Amo la finezza del vermentino corso, la profondità di quel poco che c’è in Provenza, l’eleganza di quello ligure, l’immediatezza di quello toscano, la grassezza di quello di Sardegna, ma più di tutto amo la grazia dei fiori e delle mandorle di quello di Gallura, troppo spesso sacrificati all’opulenza di sentori esotici o intensamente erbacei che mi confondono e mi rimandano ad altre terre le cui storie sono raccontate dal Viognier o dal Sauvignon… Nell’ambito di questo bel progetto potrei addirittura invocare una concessione al rigore scientifico e amare, se li conoscessi, il Vermentino nero e rosato della provincia di Lucca.

Così aspetto fiduciosa il 2021, quando la sessione 2014-2020 del programma di cooperazione transfrontaliera sarà terminata e, chissà, ci sarà una tavola rotonda su un Vertourmer 3.0 in cui si racconterà cosa è successo e cosa ancora potrà succedere al Vermentino e alle nostre care terre baciate dal sole e bagnate dal Mediterraneo.

Nel frattempo capirò anche chi erano tutte quelle persone.

Il progetto Vertourmer2.0 é illustrato e supportato dai contenuti dei seguenti link: http://www.vertourmer.com/ http://www.terredelvermentino.net/ https://vimeo.com/130410156

Crediti foto
Rolle ou Vermentino” autorstwa Magnetto – Praca własna. Licencja CC BY-SA 3.0 na podstawie Wikimedia Commons.

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