Questo particolare vitigno, anche conosciuto nella variante di “pansale”, è stata una delle riscoperte della Cantina Berritta e del suo fondatore e vigneron Antonio Berritta.
Si tratta infatti di un’uva da sempre esistita nei vigneti dell’azienda agricola dorgalese e che anticamente veniva usata come uva da tavola o uva passa. Oltre dieci anni fa Berritta ha iniziato quindi un minuzioso lavoro di ricerca e affinamento, concluso con l’imbottigliamento del Panzale in purezza, un vino fresco, sapido e che lascia in bocca i profumi della mandorla. Gli ultimi anni di storia del Panzale raccontano, nonostante una produzione limitata, di un grande successo da parte della critica e dei semplici appassionati.
Ora è arrivato finalmente anche il provvedimento regionale che ha identificato ufficialmente questa particolare varietà di vite. Il riconoscimento dell’assessorato regionale all’Agricoltura e alla riforma pastorale, oltre al Panzale – che la Cantina Berritta produce con la certificazione biologica in etichetta – ha compreso una decina di altre tipologie di vitigni (dall’Alverega al Siniddanu), risale all’aprile dell’anno scorso ed è stato possibile grazie ad Akinas, un progetto ambizioso e finalizzato allo studio dei vitigni autoctoni minori della Sardegna.
«Ricordo ancora come fosse ieri quando un vecchio vignaiolo della valle, che produceva due o tre damigiane all’anno di Panzale, me ne fece assaggiare un bicchiere, e ancora ho impressa nella mente il giorno che mi regalò alcune marze, con le quali poi si innesta la pianta – racconta Antonio Berritta, fondatore e vigneron della Cantina – ho atteso questo momento per lunghi anni e non posso che dirmi felice e anche un po’ emozionato. Per chi come me è nato in campagna e da sempre ha lavorato la terra e la vite, è un orgoglio essere riusciti a far diventare grande una creatura come il Panzale.
Il mio ringraziamento va a tutto il team del progetto Akinas, per aver dato un contributo determinante».
Con il riconoscimento del Panzale prosegue così il lavoro della Cantina Berritta volto a promuovere le tipicità di Dorgali. Nell’ottobre del 2019 la Regione aveva appunto riconosciuto nell’elenco regionale delle vigne per la designazione dei vini a marchio Dop il toponimo “Vigna di Oddoene”. Una richiesta partita dall’azienda dorgalese con l’obiettivo di identificare maggiormente i vini cannonau con un territorio magico come appunto la valle di Oddoene.