Il vino, per la nostra famiglia, è una storia presente che rimanda al passato. Il nonno coltivava la vigna, e così il nonno del nonno. Oggi, nel solco della tradizione, noi portiamo avanti la nostra storia fatta di memoria, forza del territorio, di racconti di un’isola antica e beata, la Sardegna.
Mito e magia si intrecciano in un angolo di paradiso, il soffio del vento, a volte impetuoso e irruento, a volte dolce e carezzevole, inebria con i dolci profumi le uve coltivate e lavorate con sapienza. I nostri prodotti sono il frutto di tutto questo, morbidi, avvolgenti, caldi, profumati. I nostro impegno è quello di non rovinare ciò che una natura perfetta ci ha offerto.
Nel rosso Cenere, Carignano in purezza, abbiamo cercato dei gusti morbidi evitando gradazioni alcoliche elevate e persistenza di legno. Abbiamo voluto un prodotto caldo, avvolgente, versatile, morbido. Nel bianco, Vermentino in purezza, abbiamo voluto esaltare i profumi e la dolcezza del territorio, con un prodotto ricco di profumi e fresco come la brezza marina e il soffio del maestrale in una calda serata di agosto della magica isola che lo produce. Nell’olio è la natura a farla da padrone, con i suoi profumi di erba fresca e di carciofo ed il suo gusto fruttato. Con l’ultimo nato, Diavolo Cervo, abbiamo voluto proporre un vino importante, adatto a confrontarsi con i grandi vivi italiani e francesi, mantenendo le nostre peculiarità in termini di morbidezza ed eleganza.
La Sardegna, terra di uve Carignano e Vermentino, raccolte nei vigneti a piede franco dell’isola di Sant’Antioco e sapientemente lavorate con tradizione e passione, è l’elemento di collegamento tra vino territorio, cultura e tradizioni. Terra ricca di storia e arte, di artigiani sapienti che lavorano il legno, di artisti e letterati che hanno con la loro bravura lasciato una traccia nel mondo, è il filo conduttore del nostro progetto.
I nomi dei nostri vini sono stati scelti volutamente per ricordare un personaggio come Grazia Deledda che, grazie a questo romanzo, “Cenere”, ha vinto il nobel nel 1926 per la letteratura , illuminando con questo la cultura sarda. L’utilizzo dei tessuti di Suni per abbellire il prodotto, il legno di Orani per custodire la bottiglia, il sughero di Berchidda per proteggere i profumi sapientemente racchiusi, sono altri pezzi d’arte che hanno completato il corredo dei prodotti.
Abbiamo proseguito il nostro viaggio con Franco Nonnis, noto pittore sardo che con mani sapienti e attente ha raccontato in modo non convenzionale l’arte attraverso il vino utilizzando colori e temi che esprimono ancora una volta il territorio del Carignano, il rosso inebriante del vino e il grigio della cenere e la sabbia, dove nascono e crescono le viti.
La musica è vita nel nostro progetto e grazie alla disponibilità e sensibilità di un artista importante ed affermato come Paolo Fresu, che ci ha messo a disposizione un suo brano inedito, abbiamo continuato il nostro viaggio con essa. Il suo ritmo, ancestrale ed etnico, esprime ancora una volta il nostro territorio; la roccia e la sabbia, il sole ed il vento ed è diventata la colonna sonora del nostro sito.
Abbiamo, in breve, cercato di proporre il nostro modo di parlare di vino, arte e territorio, fondendo in un unicum tutti gli elementi che sono propri della nostra isola; li abbiamo però proiettati al futuro con delle forme espressive adatte al mercato internazionale.
“ No, neppure il vino poteva lenire il dolore di quei ricordi. Tuttavia egli prese il bicchiere e bevette piangendo. Sì, tutto era cenere: la vita, la morte, l'uomo; il destino stesso che la produceva. Egli ricordò che fra la cenere cova spesso la scintilla, seme della fiamma luminosa e purificatrice, e sperò, e amò ancora la vita. ” Grazia Deledda, Cenere,1904.