L’acronimo Sabresenò raggruppa i nomi di quattro persone. Quattro persone che, come molecole nel moto browniano delle nostre esistenze, avrebbero avuto ben poche probabilità di incontrarsi, ma che, come accade in tutte le belle storie, le circostanze hanno fatto avvicinare, discutere, piacersi e spinto a lavorare su un progetto ambizioso e scanzonato, divertente ed impegnativo.
Due “baby boomers” e due “millenials”, due “romani” e due “milanesi”, una donna e tre uomini, che ignoravano l’esistenza l’uno dell’altro: cosa fa mettere insieme quattro persone così differenti? Una chiacchiera nata per caso durante una passeggiata, una battuta mentre si aggiusta una scala, una scommessa mentre si fa colazione al bar, ma soprattutto una comune, irrefrenabile passione: perché non facciamo una nostra bottiglia di vino? Una bottiglia eccellente, bella, che parli di noi ai nostri amici, che saranno i nostri primi clienti, e li sappia stupire.
Come in tutte le più belle avventure, strada facendo, si sono aggiunti nuovi compagni alla brigata, chi col compito di curare la vigna con tecniche antiche e mani sapienti, chi per aiutare nella gestione della società con idee nuove e strumenti innovativi, vicini nel cuore anche se non presenti nel nome della cantina, anche per non complicarne ulteriormente la pronuncia.
Così nasce la storia della Sabresenò. Ma bisogna “non avere fretta”, anche perché la qualità è il requisito cui, nelle nostre accese discussioni, nessuno vuole rinunciare. Cerchiamo e troviamo il miglior enologo in circolazione, anzi la miglior enologa visto che le quote rosa non sono abbastanza rappresentate, cerchiamo e troviamo la vigna che fa per noi e che sarà per sempre il nostro cru, cerchiamo e troviamo la miglior cantina possibile che ci accolga per vinificare, e poi?
E poi è tutto pronto per la creazione del nostro primo vino, l’Argeste, per tutti i nostri vecchi e nuovi amici!