Il ministro dell’Ambiente Corrado Clini ha presentato un progetto pilota in corso di realizzazione per elaborare un sistema di misura dell’impatto che la filiera del vino italiano ha sull’ambiente. Le aziende che lo adotteranno potranno utilizzare un logo di certificazione che le promuova al consumatore.
Verona, 26 marzo 2012 – «La nostra vitivinicoltura ha molte peculiarità – ha detto il ministro dell’Ambiente Corrado Clini a Vinitaly -. I produttori sono custodi del territorio e del paesaggio ed è questo il messaggio che cercheremo di veicolare quando presenteremo il progetto italiano per la sostenibilità della vitivinicoltura italiana al Forum dello sviluppo sostenibile di Rio de Janeiro a giugno ».
Le linee generali del progetto promosso dal Ministero dell’ambiente è stato presentato agli operatori di Vinitaly nel corso di un convegno al quale ha preso parte il Ministro Clini.
Obiettivo è quello di mettere a punto una tecnologia di calcolo della sostenibilità ambientale della filiera vino italiana a partire dal computo del water&carbon footprint, cioè la misura dell’impatto che la produzione di vino ha sull’ambiente in termini di utilizzo di acqua e di produzione gas serra, da mettere a disposizione delle aziende. Le cantine virtuose che lo utilizzeranno saranno certificate e potranno apporre sulle loro bottiglie un logo spendibile anche in chiave di marketing.
Il progetto, lanciato nel luglio 2011, coinvolge alcune tra le più rappresentative cantine del made in Italy enologico, da Gancia a Masi, Antinori, Tasca d’Almerita, Michele Chiarlo, Mastroberardino, Planeta, Venica&Venica e Monte Vibiano.
Il tema è di attualità per le implicazioni sui cambiamenti climatici, ma ha anche risvolti di marketing ed economici. Basti pensare che la prima azienda che ha fatto leva sul carbon footprint, impegnandosi a vendere la sua acqua in una bottiglia carbon neutral ha incrementato le sue vendite del 30%. I consumatori sono infatti sempre più sensibili alla sostenibilità e alla tutela dell’ambiente.